LA BRIDGE THEORY RIVOLUZIONERA' IL PENSIERO SCIENTIFICO MODERNO?
Martedì scorso, presso l'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica di Torino. ho assistito ad una conferenza sulla Bridge Theory dell'amico Massimo Auci.
Auci si è laureato in fisica cosmica presso l'Università di Torino e ha lavorato dall'81 al '90 con il gruppo di astronomia neutrinica presso i Laboratori del Monte Bianco e al CERN di Ginevra.
Per sintetizzare in due parole quelli che sono i suoi oltre 20 anni di studi, la Bridge Theory consente una revisione concettuale dei fondamenti della meccanica quantistica e della relatività partendo dallo studio dell'emissione di una sorgente elettromagnetica (reale o virtuale) di tipo dipolare. La sorgente è esaminata non dal punto di vista macroscopico oggettivo ma dal punto di vista microscopico di un osservatore locale.
Mediante il modello di sorgente, già negli anni '80 il Prof. Auci è riuscito ad ottenere risultati che fino ad allora erano considerati tipicamente quantistici. La teoria ha consentito di valutare l'energia e la quantità di moto associate all'onda trasversale dalla sorgente elettromagnetica, ottenendo quello che si potrebbe chiamare origine della quantizzazione.
Anche la previsione teorica delle costanti di struttura fine e di Planck è ottima. Il lavoro pubblicato su riviste di fama mondiale, circola dal 1986 nellambiente scientifico ed è presente nei database dei maggiori centri di ricerca internazionali. Questa volta il Prof. Auci avrebbe dovuto parlare dei nuovi sviluppi della teoria nell'ambito della stima di alcune costanti elettromagnetiche fondamentali e degli sviluppi dellapplicazione della Bridge Theory al modello atomico.
La cosa più sconcertante a cui io abbia assistito è stata la reazione ma soprattutto i modi di alcuni ricercatori dell'INRIM presenti. Una reazione tutt'altro che collaborativa, che ha raggiunto dei momenti molto "accesi" soprattutto in corrispondenza di alcuni passaggi molto delicati in cui l'approccio teorico utilizzato evidenziava alcune scelte "non standard".
Le teorie fisiche di cui oggi disponiamo possono essere divise in due grandi gruppi: le teorie classiche e quelle quantistiche. Teorie che spiegano tuttavia i fenomeni conosciuti. Voler intaccare queste colonne portanti della fisica genera sempre grandi resistenze dovute principalmente ad una forma d'inerzia del pensiero che si oppone all'introduzione di nuove idee alternative.
Andare controcorrente, per uno scienziato può essere pericoloso, talvolta si può sbagliare e nel mondo scientifico gli errori si pagano con la propria immagine e credibilità, tuttavia ammettere i propri errori è una forma di onestà e sbagliare è possibile. Non è questo però il caso. Nel passato si è assistito alla nascita di nuove teorie fisiche che prima di essere accettate sono state per anni osteggiate. Questo lavoro come ho già detto, circola nell'ambiente scientifico dal 1986 e la sua bontà è stata più volte certificata dalla sua pubblicazione su testate scientifiche prestigiose, la sua ultima formalizzazione risale al 1999 sull' "International Journal of Modern Physics B".
La revisione delle grandi teorie portanti del pensiero fisico moderno, genera spesso scetticismo. Si tratterà ora di capire come e quando questa visione "alternativa" del mondo quantistico e relativistico potrà, se potrà, essere accettata, dato che fino ad ora l'approccio usato non ha soddisfatto alcuni tra i ricercatori italiani coinvolti.
Per approfondire il tema:
A Livello divulgativo Gravità Zero ha pubblicato
OLTRE LA FRONTIERA QUANTISTICA: UNA STORIA APPASSIONANTE
Una lettura più impegnativa, per specialisti
(Commenti, suggerimenti ma anche critiche sulla ricerca saranno benvenuti)
AN APPROACH TO UNIFYING CLASSICAL AND QUANTUM ELECTRODYNAMICS [pdf]
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