AUGURI HUBBLE SPACE TELESCOPE! L'INCONTRO TRA ARTE E NATURA
La bellezza della natura ha da sempre ispirato poeti e pittori, ma solo negli ultimi anni con l’aiuto delle nuove tecnologie spaziali, scienziati e non scienziati hanno potuto ammirare la bellezza mozzafiato delle profondità invisibili a occhio nudo dell’universo.
Il telescopio spaziale Hubble (Hubble Space Telescope) è il vero artefice di questo successo. Lanciato il 24 aprile 1990 ha da poco compiuto 18 anni. Hubble è un telescopio satellitare posto in un’orbita a circa 600 chilometri dalla superficie terrestre.
Grazie alla sua posizione privilegiata e alla sua elevata tecnologia ottica, le immagini non risentono degli effetti di distorsione (aberrazione) prodotti dall’atmosfera terrestre, riuscendo così a catturare in tutto il loro splendore persino le flebili immagini di oggetti posti ai confini dell’universo.
Dal punto di vista tecnico, l'HST è in grado di arrivare ad una risoluzione angolare di meno di 0,1 secondi d’arco: un po' come osservare una moneta da 5 centesimi da una distanza di poco più di 10 chilometri . Il telescopio sarà operativo ancora almeno fino al 2013, data stabilita per l’entrata in funzione di un sistema più potente di nuova generazione (NGST). Purtroppo è già da circa un anno che l'HST ha subito un guasto ad una delle sue telecamere; una limitazione che però non gli impedisce affatto di continuare a inviarci immagini spettacolose.
In occasione del suo 18 compleanno, vogliamo cominciare a proporre di tanto in tanto qualche immagine nuova e qualche immagine storica, commentandole dal punto di vista astronomico e astrofisico. Questa volta tocca alle nebulose planetarie.
Il nome nebula risale ai tempi degli albori dell’astronomia ottica, quando le galassie irrisolte in termini di stelle, apparivano come flebili batuffoli ovattati, piccole macchioline nebbiose. Fu poi William Herschel nel 1785 a risolvere alcune nebulae in grandi ammassi di stelle, le attuali galassie. Il nome, nebula o nebulosa, è rimasto nell’uso astronomico per indicare la presenza di una zona di spazio che otticamente appare con una luminosità diffusa. Il progresso nella strumentazione ottica ha successivamente permesso di evidenziare per le nebulose delle nature molto differenti. Un elemento comune che le lega è però la loro strabiliante bellezza.
Le nebulose planetarie sono i resti di stelle grandi non più di alcune masse solari, che giunte ad una fase di instabilità gravitazionale prodotta dalla pressione di radiazione emessa nel processo di fusione termonucleare, esplodono a partire dagli strati interni medi, eiettando nello spazio circostante materia allo stato atomico, per lo più idrogeno e polveri di elementi pesanti.
Il nucleo collassando gravitazionalmente, si trasforma invece in una stella nana caratterizzata da temperature superficiali elevatissime, dai 25.000 ai 200.000 gradi kelvin. Proprio questa elevata temperatura stellare è causa dell’intensa radiazione ultravioletta emessa dalla nana bianca, radiazione che eccita il gas che la circonda conferendogli delle luminescenze spettacolose e una bellezza senza pari.
Segnaliamo a questo proposito il sito italiano:
www.pnebulae.altervista.org
In occasione del suo 18 compleanno, vogliamo cominciare a proporre di tanto in tanto qualche immagine nuova e qualche immagine storica, commentandole dal punto di vista astronomico e astrofisico. Questa volta tocca alle nebulose planetarie.
Il nome nebula risale ai tempi degli albori dell’astronomia ottica, quando le galassie irrisolte in termini di stelle, apparivano come flebili batuffoli ovattati, piccole macchioline nebbiose. Fu poi William Herschel nel 1785 a risolvere alcune nebulae in grandi ammassi di stelle, le attuali galassie. Il nome, nebula o nebulosa, è rimasto nell’uso astronomico per indicare la presenza di una zona di spazio che otticamente appare con una luminosità diffusa. Il progresso nella strumentazione ottica ha successivamente permesso di evidenziare per le nebulose delle nature molto differenti. Un elemento comune che le lega è però la loro strabiliante bellezza.
Le nebulose planetarie sono i resti di stelle grandi non più di alcune masse solari, che giunte ad una fase di instabilità gravitazionale prodotta dalla pressione di radiazione emessa nel processo di fusione termonucleare, esplodono a partire dagli strati interni medi, eiettando nello spazio circostante materia allo stato atomico, per lo più idrogeno e polveri di elementi pesanti.
Il nucleo collassando gravitazionalmente, si trasforma invece in una stella nana caratterizzata da temperature superficiali elevatissime, dai 25.000 ai 200.000 gradi kelvin. Proprio questa elevata temperatura stellare è causa dell’intensa radiazione ultravioletta emessa dalla nana bianca, radiazione che eccita il gas che la circonda conferendogli delle luminescenze spettacolose e una bellezza senza pari.
Segnaliamo a questo proposito il sito italiano:
www.pnebulae.altervista.org
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