IL GIORNO IN CUI IL WORLD WIDE WEB DIVENTO' LIBERO
Ma l'Europa non sta a guardare e pensa già a Parhos, un progetto, finanziato dalla Comunità Europea, che coinvolge anche grandi realtà industriali come France Telecom e la norvegese Fast. L'obiettivo, spiega il Politecnico di Milano, "è riunire le migliori competenze del Vecchio Continente in materia di motori di ricerca, elaborazione dei dati multimediali e interfacce utente per creare il motore di ricerca del futuro".
Un motore anche multimediale, dunque, e cioè capace di effettuare ricerche non solo su documenti testuali, ma anche su file audio, video, e immagini, con le caratteristiche tipiche del web 2.0. Un motore di ricerca del futuro che nelle intenzioni dovrebbe dare filo da torcere a Google.
C'è da dire che, Google, il motore di ricerca più potente al mondo è da tempo sotto l'occhio del ciclone dei critici che lo accusano di monopolizzare il mercato e anche di essere una potenziale minaccia per l'integrità e la sicurezza dei dati degli utenti (Google possiede di fatto informazioni in numero incalcolabile sulla vita privata di ogni abitante del pianeta, e presto anche del codice genetico, che risiedono sui suoi server potenzialmente per sempre).
Ne ha parlato The Economist [vedi] non molto tempo fa, e ne parla questo mese "Mente e cervello", la rivista diretta da Enrico Bellone, in un articolo di Michael Shermer dal titolo Le due facce del business che però ribadisce le buone intenzioni del colosso di Mountain View, messo a confronto con un altro gigante, inabissatosi sotto le proprie sconsiderate e spregiudicate scelte strategiche: Enron.
Google, afferma Shermer, a differenza di Enron procede al grido dello spirito libero "Don't be evil", per cui in azienda tutti tendono a condividere informazioni in maniera collaborativa e partecipativa, il che non fa che alimentare la fiducia socializzante all'interno del gruppo, rinforzata dalle relazioni interpersonali. Nelle diverse gestioni aziendali di Enron e Google si possono rintracciare cioè le basi evolutive dell'etica moderna: lo spirito collaborativo tra gruppi che porta all'azienda più vantaggi rispetto alla competizione, esattamente in controtendenza alle ipotesi evolutive presenti ne "Il Gene egoista" di Dawkins. [1]
Ma i fondatori di Google, vanno oltre, e si sentono messianicamente capaci di migliorare addirittura le sorti del pianeta, affermando che se tutti conoscessero le informazioni personali di chiunque altro sulla Terra non si potranno formare egemonie di potere: mai più il dominio di un gruppo in possesso di dati fondamentali a discapito di altri gruppi.
E sto riflettendo su queste parole consapevole che l'80 percento degli strumenti del web 2.0 che uso quotidianamente, su cui sono contenuti tutti i miei dati sensibili, sono piattaforme di proprietà della stessa azienda su cui sto argomentando (da Gmail, a Blogger, da YouTube alla Toolbar che uso sul mio browser) ...
Ahimè, ..."quis custodiet ipsos custodes?"
[1] Uno dei libri preferiti da Jeffrey Skilling, CEO della Enron, era "Il Gene Egoista". Skilling volle applicare i concetti del libro di Dawkins alle strategie aziendali, convinto del fatto che l’istinto di sopravvivenza degli uomini porti ad essere cinici, avidi e competitivi per garantire la continuità della specie. Alla Enron Skilling voleva liberare l’istinto di sopravvivenza degli uomini, instaurando un clima del terrore e di delazione che portò ben presto al fallimento della società a causa di scelte senza scrupoli del proprio management.
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