SCIENZIATI O STREGONI?
In Italia non sapere cosa sia la teoria della relatività è considerato normale. C’è, anche tra celebri intellettuali, chi si permette di vantarsi: «Io, la matematica o la fisica non la capisco». Questo comporta che gli italiani dimostrino una cultura scientifica tra le peggiori tra i paesi europei: in matematica nei paesi OCSE siamo quartultimi, battuti anche dalla Corea (fonte OCSE Pisa 2007) ! Con tutto ciò che ne consegue.
TuttoScienze, l'inserto de La Stampa, uscito ieri in edicola riporta un articolo di Luigi Berlinguer [leggi], che denuncia la pericolosa arretratezza della cultura scientifica in Italia.
Berlinguer ricorda la formulazione di Giovanni Gentile, secondo il quale «la scienza è un mondo di spettri, in cui l’anima sente l’aria della morte». Una conseguenza di quel pensiero è che nel sistema educativo sono sparite da allora le osservazioni scientifiche e gli esperimenti. In questo modo ci siamo provincializzati. E’ ancora molto diffusa un’idea stregonesca della scienza, basata più sulla paura che sulla consapevolezza: basti pensare a come viene affrontato, demonizzandolo, il fenomeno del social networking e dei blogger su Internet da programmi di larga diffusione nazionale, come Porta a Porta [vedi].
Si tratta di un atteggiamento negativo - prosegue Berlinguer - che incide sulla crescita economica, sulla competitività e sulla promozione individuale, allontanandoci dai principi della società aperta, che, invece, richiede capacità.
Le nuove tecnologie - come Internet - possono invece aiutarci, stimolando una mentalità basata su curiosità e confronto, favorendo la partecipazione e metodo scientifico.
Il lavoro in Italia di un gruppo come il Comitato per la Cultura Scientifica può sensibilizzare l'opinone pubblica, e quindi i nostri politici, per lo sviluppo della divulgazione, dei musei scientifici e i «science centers».
L'Italia, in seguito ai continui tagli della ricerca scientifica, rischia di rimanere indietro rispetto al resto dell'Europa perché non si destinano abbastanza risorse a questi centri.
Giusto per fare un esempio «La Villette» a Parigi ha un contributo di 87 milioni di euro e 44 vanno al Museo della Scienza di Londra. A quello di Milano vanno 2 milioni 700 mila euro. Investimenti impensabili dal nostro Governo, che anzi ogni anno propone tagli proprio alla ricerca scientifica e alle Università.
TuttoScienze, l'inserto de La Stampa, uscito ieri in edicola riporta un articolo di Luigi Berlinguer [leggi], che denuncia la pericolosa arretratezza della cultura scientifica in Italia.
Berlinguer ricorda la formulazione di Giovanni Gentile, secondo il quale «la scienza è un mondo di spettri, in cui l’anima sente l’aria della morte». Una conseguenza di quel pensiero è che nel sistema educativo sono sparite da allora le osservazioni scientifiche e gli esperimenti. In questo modo ci siamo provincializzati. E’ ancora molto diffusa un’idea stregonesca della scienza, basata più sulla paura che sulla consapevolezza: basti pensare a come viene affrontato, demonizzandolo, il fenomeno del social networking e dei blogger su Internet da programmi di larga diffusione nazionale, come Porta a Porta [vedi].
Si tratta di un atteggiamento negativo - prosegue Berlinguer - che incide sulla crescita economica, sulla competitività e sulla promozione individuale, allontanandoci dai principi della società aperta, che, invece, richiede capacità.
Le nuove tecnologie - come Internet - possono invece aiutarci, stimolando una mentalità basata su curiosità e confronto, favorendo la partecipazione e metodo scientifico.
Il lavoro in Italia di un gruppo come il Comitato per la Cultura Scientifica può sensibilizzare l'opinone pubblica, e quindi i nostri politici, per lo sviluppo della divulgazione, dei musei scientifici e i «science centers».
L'Italia, in seguito ai continui tagli della ricerca scientifica, rischia di rimanere indietro rispetto al resto dell'Europa perché non si destinano abbastanza risorse a questi centri.
Giusto per fare un esempio «La Villette» a Parigi ha un contributo di 87 milioni di euro e 44 vanno al Museo della Scienza di Londra. A quello di Milano vanno 2 milioni 700 mila euro. Investimenti impensabili dal nostro Governo, che anzi ogni anno propone tagli proprio alla ricerca scientifica e alle Università.
[cp]
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