QUANDO L'ACQUA ZAMPILLAVA SU MARTE
Un tempo l'acqua zampillava su Marte? Plausibile. Alcune fra le tante formazioni geologiche “a ventaglio” che si possono ormai osservare nel dettaglio sul pianeta infatti, mostrano la presenza di una sorta di “scalinatura”, una particolare struttura che si formerebbe in seguito all'azione erosiva di rapidi flussi d’acqua provenienti dal sottosuolo. A suggerirlo sono le simulazioni effettuate in laboratorio da ricercatori olandesi che collaborano con le università di Utrecht (Paesi Bassi) e della Virginia (Usa), i cui risultati sono stati pubblicati su Nature.
Per provare la propria ipotesi i geologi hanno ricostruito un modello in scala del suolo marziano delle dimensioni di 5 metri per 12, nel quale hanno scavato un cratere simulando il passaggio di un flusso di acqua al suo interno. “Appena l’acqua entra nel bacino, attraverso un canale, erode il sedimento”, spiega Erin R. Kraal, che ha coordinato lo studio. “L’acqua”, aggiunge Kraal, “nel defluire deposita i sedimenti, formando una struttura a delta caratterizzata dalla presenza di una serie di gradini”.
I ricercatori hanno creato dei modelli per descrivere il meccanismo di trasporto dei sedimenti a partire dalle immagini della superficie del pianeta raccolte dal Mars Orbiter Laser Altimeter (Mola), uno strumento che si trova a bordo della sonda Mars Global Surveyor. Basandosi sulle fotografie di formazioni della dimensione di circa 20 chilometri (all’interno di bacini molto più grandi, di cento chilometri), sono risaliti alle condizioni necessarie alla creazione dei ventagli a gradini.
Il fatto strabiliante, secondo gli autori, è che la creazione di queste strutture può richiedere solo qualche decina di anni (e non le centinaia di milioni stimate per altre formazioni), ed è necessaria una grande quantità di acqua che scorra velocemente per breve tempo (sulla superficie di Marte l'acqua non può comunque restare a lungo perché congela o evapora rapidamente). Presumibilmente all’origine ci sarebbe stato un singolo getto espulso dal sottosuolo, proprio come si verifica in una sorgente idrotermale. (s.s.)
fonte: http://www.galileonet.it/news/9509/quando-lacqua-zampillava-su-marte
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Per provare la propria ipotesi i geologi hanno ricostruito un modello in scala del suolo marziano delle dimensioni di 5 metri per 12, nel quale hanno scavato un cratere simulando il passaggio di un flusso di acqua al suo interno. “Appena l’acqua entra nel bacino, attraverso un canale, erode il sedimento”, spiega Erin R. Kraal, che ha coordinato lo studio. “L’acqua”, aggiunge Kraal, “nel defluire deposita i sedimenti, formando una struttura a delta caratterizzata dalla presenza di una serie di gradini”.
I ricercatori hanno creato dei modelli per descrivere il meccanismo di trasporto dei sedimenti a partire dalle immagini della superficie del pianeta raccolte dal Mars Orbiter Laser Altimeter (Mola), uno strumento che si trova a bordo della sonda Mars Global Surveyor. Basandosi sulle fotografie di formazioni della dimensione di circa 20 chilometri (all’interno di bacini molto più grandi, di cento chilometri), sono risaliti alle condizioni necessarie alla creazione dei ventagli a gradini.
Il fatto strabiliante, secondo gli autori, è che la creazione di queste strutture può richiedere solo qualche decina di anni (e non le centinaia di milioni stimate per altre formazioni), ed è necessaria una grande quantità di acqua che scorra velocemente per breve tempo (sulla superficie di Marte l'acqua non può comunque restare a lungo perché congela o evapora rapidamente). Presumibilmente all’origine ci sarebbe stato un singolo getto espulso dal sottosuolo, proprio come si verifica in una sorgente idrotermale. (s.s.)
fonte: http://www.galileonet.it/news/9509/quando-lacqua-zampillava-su-marte
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