I TORMENTONI ESTIVI: LE NEUROSCIENZE CI SPIEGANO COME LE CANZONI SI POSSONO "INCOLLARE" NEL NOSTRO CERVELLO
A tutti è capitato di avere in testa un motivetto, la strofa di una canzone, a volte solo un pezzo di una melodia, che continua a suonare e suonare e suonare senza sosta, senza riuscire a scacciarla.
Chi di noi non ha sentito mai parlare dei tormentoni estivi: di quelle canzoni che vengono editate per il periodo estivo e che sicuramente ci tormenteranno il cervello.
Il problema è che una volta entrate nella memoria si creano una serie di processi
Perché succede?
Una volta che una canzone entra nella memoria si creano dei processi neurologici che la portano da autoalimentarsi. Ricercatori del Darmouth College hanno realizzato uno studio per spiegare cosa ci fa entrare in questi loop sonori.
I ricercatori hanno utilizzato la RMN per individuare i substrati neuronali dove si producono le immagini uditive spontanee. Per farlo hanno usato distinte indicazioni verbali, dai numeri di telefono alle canzoni. Hanno così scoperto che quando una canzone suonava attivava la corteccia uditiva primaria. Questa zona si attivava anche quando veniva chiesto alle persone di ricordare una canzone.
La corteccia uditiva primaria è sede anche della memoria uditiva a breve termine. Il cantare più volte una strofa la fa passare dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine.
Il fenomeno è anche legato alla dimensione e alla forma della corteccia cerebrale.
La ripetizione di frequenza è maggiore in colore che hanno le circonvoluzioni di Heschl e il giro frontale inferiore più spessi. queste aree sono coinvolte nella percezione uditiva e nella memoria musicale.
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