GLI INSETTI NEL PIATTO: UNA QUESTIONE DI SCIENZA E CULTURA
Sono arrivati alle orecchie del grande pubblico (europeo) soprattutto grazie ad Expo 2015. A livello normativo e di sicurezza, l'Europa sta muovendo passi decisivi, perché si tratta di una soluzione alimentare ecosostenibile. Secondo la FAO ne esistono 1900 specie commestibili.
Sto parlando di insetti, che sono tantissimi, ma gli abitanti del pianeta Terra diventeranno presto 10 miliardi. E la carne come la intendiamo oggi non basterà più, né sarà sostenibile il suo utilizzo rispetto alle risorse globali del pianeta.
E' quindi sempre più evidente e necessario che la nostra fonte principale di proteine sia costituita dagli insetti, piuttosto che da bovini, suini e polli di allevamento. E' da tempo che ne parlo ai miei studenti, spiegando loro che è soprattutto una questione di cultura e di scienza del cibo.
A tal proposito ho consigliato la lettura di "La storia di ciò che mangiamo" di Renzo Pellati. Si tratta di un libro recente e completo - pubblicato da Daniela Piazza Editore - sulla storia e sulla scienza del cibo, dagli antipasti ai dolci, passando anche per gli insetti.
Ho fatto vedere agli studenti anche le immagini di spiedini di scorpione, tarantole fritte e larve di bachi di seta come fossero pop-corn. Le trovate - nella sezione "lo chef consiglia" - all'interno di un recente libro pubblicato da Editoriale Scienza, "La scienza intorno a te".
Ho riscontrato reazioni contrastanti: c'è chi li ha già mangiati mentre si trovava in vacanza e vede la cosa come una normale necessità; c'è chi inorridisce solo all'idea e non mangerebbe nemmeno una lumaca (per inciso: a me piacciono un sacco). C'è chi è entusiasta dell'idea imprenditoriale: ristorante dove si mangiano insetti, scuola di formazione specifica e produzione industriale di insetti-snack, insomma come se fossero patatine. C'è anche chi ha lavorato per molto tempo nella ristorazione e mi ha detto che siamo in anticipo sui tempi (ok, lasciamo passare del tempo, ma poi saremo in ritardo.... rispetto ai concorrenti !!!).
Eppure è indubbio che - per allevare insetti - si consumino meno risorse: alimentazione, acqua, terreno. E si producono meno gas serra. Quindi gli insetti fanno bene alla nostra salute, a quella del nostro pianeta e sono una rilevante opportunità economica. Si tratta solo di far capire alle nuove generazioni quanto importante e complesso è il problema di alimentare miliardi di persone.
E poi vi ricordate della storia della patata? Per due secoli non è stata utilizzata in Europa perché era brutta, sporca e nasceva sotto terra. Eppure si moriva di fame (e si muore di fame anche oggi!).
E il pomodoro? Fino al 1800 si teneva in casa solo come pianta ornamentale (oggi invece si coltiva in vasi sui balconi delle case cittadine....).
Allora, se è un problema di cultura e scienza del cibo (ma sappiate che la scienza è cultura), non vi resta che leggere, capire e riflettere. Le prossime vacanze natalizie e di fine anno rappresentano un'ottima occasione.
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