EBOLA: PRIMO CASO DI CONTAGIO IN EUROPA. IL VACCINO È ITALIANO
Una infermiera spagnola potrebbe essere la prima persona ad essere stata contagiata dal virus Ebola fuori dall'Africa.
La donna, che si è presentata ieri mattina in ospedale con una febbre molto alta, faceva parte dell'equipe che ha assistito il missionario Manuel Garcia Viejo, morto il 26 settembre all'ospedale Carlos III di Madrid. Il missionario di 69 anni è stata la seconda vittima spagnola dell’epidemia che sta colpendo l’Africa occidentale, dopo il prete Miguel Pajares.
LA BUFALA CORRE SUL WEB (MA NON SOLO)
La notizia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) avrebbe scelto il vaccino "italiano" ordinando un milioni di dosi, apparsa nei giorni scorsi su diverse testate, è priva di fondamento.
Il farmaco è per ora solo allo stadio di sperimentazione clinica nell’uomo sia in USA che in UK e sono in corso di produzione 10 000 dosi.
È lo stesso Cortese a segnalare che non è fondata la notizia che tale vaccino sia stato adottato dall’Oms, e di sicuro non c’è stata nessuna richiesta per una fornitura di un milione di dosi. Conclude lo stesso Cortese.
Un’ulteriore precisazione ci arriva dalla direzione italiana di GlaxoSmithKline che afferma come il vaccino contro Ebola esista ma sia solo nella prima fase di sperimentazione sull’uomo. La cosiddetta “fase 1” si concluderà solo nei primi mesi del 2015. Solo dopo questa prima fase potremo parlare di una fase 2 in cui si potrà somministrare il farmaco al personale medico che opera sui territori contagiati dal virus.
La produzione delle dosi necessarie per questa fase avverrà in alcuni stabilimenti di Pomezia. La multinazionale farmaceutica precisa che l’industrializzazione necessaria ad arrivare alla produzione di centinaia di migliaia o milioni di dosi deve ancora essere messa a punto.
IL VIRUS EBOLA
Ebola - Shutterstock |
La donna, che si è presentata ieri mattina in ospedale con una febbre molto alta, faceva parte dell'equipe che ha assistito il missionario Manuel Garcia Viejo, morto il 26 settembre all'ospedale Carlos III di Madrid. Il missionario di 69 anni è stata la seconda vittima spagnola dell’epidemia che sta colpendo l’Africa occidentale, dopo il prete Miguel Pajares.
Il contagio è stato confermato dal ministro spagnolo della Sanità Ana Mato. Si aspetta ora il risultato di un secondo esame. Nel frattempo, riferiscono i media spagnoli, il ministero della Salute ha riunito un gabinetto di crisi.
In Spagna vi sono stati finora due casi di Ebola, entrambi missionari che avevano contratto il virus in Africa e sono morti dopo essere stati rimpatriati. Prima di Garcia Viejo, era morto il 12 agosto il religioso Miguel Pajares.
IL PRIMO VACCINO È ITALIANO
Gran parte del merito di questo vaccino "made in Italy" è da attribuire a Riccardo Cortese, biologo molecolare trasformatosi in imprenditore, che fondò Okairos nel 2007 a Basilea lasciando lavori sicuri per seguire la sua idea: sviluppare vaccini non da frammenti ma dall'intero virus, "inserito" in un adenovirus. Tuttavia il virus è italiano solo di nome, non per brevetti e investimenti: “Investitori privati stranieri hanno creduto in noi, in Italia nessuno rischia” - ha dichiarato lo scienziato.
L'azienda è stata venduta l’anno scorso a GlaxoSmithKline. La Okairos ha sede in Svizzera e laboratori a Napoli (presso il Ceinge) e a Pomezia (in joint venture con l’Irbm Science Park).
L'azienda è stata venduta l’anno scorso a GlaxoSmithKline. La Okairos ha sede in Svizzera e laboratori a Napoli (presso il Ceinge) e a Pomezia (in joint venture con l’Irbm Science Park).
LA BUFALA CORRE SUL WEB (MA NON SOLO)
La notizia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) avrebbe scelto il vaccino "italiano" ordinando un milioni di dosi, apparsa nei giorni scorsi su diverse testate, è priva di fondamento.
La rettifica è della stessa azienda Okairos, che produce il vaccino e dalla casa madre, la multinazionale GlaxoSmithKline.
Il farmaco è per ora solo allo stadio di sperimentazione clinica nell’uomo sia in USA che in UK e sono in corso di produzione 10 000 dosi.
È lo stesso Cortese a segnalare che non è fondata la notizia che tale vaccino sia stato adottato dall’Oms, e di sicuro non c’è stata nessuna richiesta per una fornitura di un milione di dosi. Conclude lo stesso Cortese.
Un’ulteriore precisazione ci arriva dalla direzione italiana di GlaxoSmithKline che afferma come il vaccino contro Ebola esista ma sia solo nella prima fase di sperimentazione sull’uomo. La cosiddetta “fase 1” si concluderà solo nei primi mesi del 2015. Solo dopo questa prima fase potremo parlare di una fase 2 in cui si potrà somministrare il farmaco al personale medico che opera sui territori contagiati dal virus.
La produzione delle dosi necessarie per questa fase avverrà in alcuni stabilimenti di Pomezia. La multinazionale farmaceutica precisa che l’industrializzazione necessaria ad arrivare alla produzione di centinaia di migliaia o milioni di dosi deve ancora essere messa a punto.
IL VIRUS EBOLA
È del 1976 la scoperta del primo ceppo del virus, avvenuto nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire). Al momento sono quattro i ceppi del virus, di cui tre letali per l'uomo e non esiste alcuna terapia specifica per curare questa patologia. Il trattamento sintomatico (idratazione, antibiotici) aumenta la probabilità di sopravvivenza del paziente e supporta il sistema immunitario nella sua risposta alla malattia. Il virus viene trasmesso all'uomo tramite contagio diretto, ma non come l'influenza. Ad esempio non ci si può ammalare sedendo accanto a una persona malata. È necessario entrare in contatto con sangue, secrezioni e altri fluidi biologici infetti.
Maggiori info: Ministero della Salute
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