FORMAZIONE SUL RISCHIO BIOLOGICO PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI
Il virus Ebola, di recente oggetto
dell'attenzione dei mass media, ai sensi del D.lgs. n. 81/2008 e s.m.i. (testo di legge fondamentale inerente la sicurezza dei
lavoratori), è classificato nel gruppo 4. Tale classificazione
comprende quattro classi di pericolosità, dalla più lieve (gruppo
1) alla più grave (gruppo 4), sulla base dei danni che l'agente
biologico può arrecare all'uomo, ma anche con riferimento ai rischi
per i lavoratori e alle misure profilattiche e terapeutiche. I danni
per i lavoratori possono essere più o meno gravi e i rischi più o
meno seri, inoltre per alcuni agenti biologici pericolosi sono
disponibili adeguate terapie, per altri – purtroppo – no.
Il gruppo 4, nel quale rientra il virus
Ebola, ma anche – ad esempio – i virus delle febbri emorragiche,
comprende agenti biologici che possono causare all'uomo malattie
gravi, con seri rischi per i lavoratori. Inoltre tali virus possono
propagarsi assai facilmente nelle comunità e non sono disponibili
efficaci misure profilattiche e terapeutiche (in realtà Ebola difficilmente potrebbe diventare una pandemia ed alcune misure terapeutiche cominciano già ad essere disponibili).
Intonaco gonfio |
Con riferimento al virus Ebola, si è
parlato anche di misure di contenimento, ovvero di provvedimenti
tecnici, organizzativi e procedurali che hanno come obiettivo quello
di ridurre al minimo la possibilità di esposizione. Tutti abbiamo
visto al telegiornale le immagini del quarto livello di contenimento,
ovvero il massimo, previsto – appunto – per gli agenti biologici
più pericolosi. Proprio quelle immagini, insieme a false
affermazioni del tipo “Ebola si sta rapidamente diffondendo in
Europa” hanno generato comportamenti tipicamente irrazionali.
Corso di formazione sul rischio biologico |
Solo la conoscenza, le basi
scientifiche ed un'adeguata formazione possono ridurre i
comportamenti irrazionali. Si può cominciare ad acquisire i
fondamenti sui virus (e sul sistema immunitario)
tramite un'ottima pubblicazione, che – tra le altre cose – tratta anche in modo
equilibrato, ma divulgativo il virus Ebola. Se poi passiamo
dall'ambito generale a quello della sicurezza sul lavoro, è
senz'altro opportuna la lettura di “ABC del rischio biologico”. Successivamente, se volete
approfondire l'argomento con un libro comunque facilmente
accessibile, un'ottima risorsa è il “Corso di formazione sul rischio biologico”, scritto da Daniele De Grandis e Liliana
Frusteri, pubblicato da EPC Editore e aggiornato al nuovo Titolo
X-bis (punture e tagli), introdotto nel D.lgs. n. 81/2008 il
25/3/2014.
Perché parlo di un'ottima risorsa?
Mettetevi per un attimo nei panni di un docente; se invece lo siete
comprenderete benissimo l'importanza di ciò che sto per dirvi. Un
formatore, che riceva l'incarico di erogare una docenza sul rischio
biologico dovrà necessariamente preparare delle slide da proiettare
in aula. In generale, si tratta di nottate passate a scrivere e i
tempi non sono mai sufficienti, perché l'incarico giunge spesso
all'ultimo momento. La bella notizia è che le slide ci sono già: il
“Corso di formazione sul rischio biologico” comprende un CD con
237 diapositive in PowerPoint, personalizzabili. Tali diapositive
sono stampate all'interno del testo, con l'aggiunta di note per i
docenti e test di apprendimento con soluzioni. Non credo che un
formatore possa desiderare più di questo.
Il bagno di una camera d'albergo |
Ma il rischio biologico non riguarda
soltanto i formatori o coloro che se ne occupano per professione, si
tratta di un tipo di rischio che interessa moltissimi lavoratori,
quindi anche voi che state leggendo. Se lavorate nell'ambito della
sanità, delle case di riposo, in agricoltura, in allevamenti, nella
raccolta, smaltimento e gestione dei rifiuti siete maggiormente
esposti. Tuttavia il rischio biologico, ovvero la probabilità che
agenti biologici pericolosi vi arrechino danni, è presente anche in
scuole, uffici, alberghi, palestre e centri benessere.
Prendiamo ad esempio il bagno di una
stanza d'albergo: la pulizia accurata riduce il rischio biologico per
i clienti, ma chi si occupa della pulizia e della disinfezione dei
servizi igienici compie l'attività più a rischio. Rischio non
soltanto biologico, ma anche chimico: gli agenti chimici disinfettanti possono essere nocivi,
tossici, corrosivi o addirittura cancerogeni.
Un piccolo pomodoro dimenticato in una camera d'albergo |
Gli addetti possono essere molto
scrupolosi, ma cosa succede se sotto il letto matrimoniale resta un
piccolo pomodoro? Si forma la muffa. In generale le muffe si trovano
in luoghi bui, caldi e umidi come seminterrati, falegnamerie,
cantine, bagni, lavanderie e archivi. Possono formarsi ad esempio
nella rientranza “ad elle” di un bagno, proprio perché in quella
rientranza non vi è sufficiente circolazione d'aria, quindi
l'umidità ristagna e l'intonaco gonfia.
Esistono diversi generi di
muffe: tra le più pericolose citiamo Aspergillus, che produce
allergeni e/o tossine. Certo, non stiamo parlando di Ebola, ma gli
effetti delle muffe sulla salute non sono da trascurare: asma,
polmoniti, riniti, congiuntiviti, aspergilloma. I lavoratori più a
rischio sono gli immunodepressi. E, naturalmente, i soggetti
allergici.
Pedana per doccia |
Spostiamoci ora in una palestra o in
una piscina. L'utilizzo di una pedana nella doccia e delle ciabatte
(ad esempio a bordo vasca) può ridurre il rischio di contrarre
qualche componente della famiglia dei papillomavirus.
Dalla piscina trasferiamoci in un
ambiente agricolo. C'è un palo arrugginito e voi lo toccate con le
mani senza guanti. Non sapete di avere una piccola ferita su un dito.
Spero che abbiate fatto il richiamo della vaccinazione
antitetanica.... Siamo sempre in un ambiente agricolo, ma ora c'è un
allevamento: fate molta attenzione soprattutto alla rimozione delle
deiezioni fecali, dei liquami e delle acque di scarico....
Palo arrugginito |
Il rischio biologico – per certi
aspetti – può essere assimilato al rischio cancerogeno.
Quest'ultimo è uno dei più gravi, tanto che, in generale, non
esiste una dose minima al di sotto della quale si può essere certi
di non sviluppare il cancro. In maniera analoga, il rischio biologico
implica il fatto che anche una sola particella infettante può essere
pericolosa. Di conseguenza occorre tendere ad eliminare completamente
(o nella misura in cui è possibile) il rischio biologico. A tal
fine, come prescritto dalla legge, innanzitutto occorre informazione
e formazione.
Allevamento = alto rischio biologico |
Ma quanto è grande il rischio
biologico nel luogo in cui lavorate? Per rispondere a questa domanda
occorre valutare il rischio tramite l'identificazione degli agenti
biologici, la classificazione di pericolosità degli stessi e le loro
modalità di trasmissione, senza sottovalutare le sinergie fra
diversi tipi di rischi.
Muffa in una stanza spesso chiusa |
L'essenza della valutazione del rischio
biologico è una semplice formula: R = P x G, ovvero Rischio uguale
Probabilità per Gravità. In un'apposita matrice possono essere
incrociati 4 livelli di probabilità (evento improbabile – evento
possibile, ma non molto probabile – evento probabile – evento
molto sicuro o inevitabile) con 4 livelli di gravità (nessun danno o
danno trascurabile – danni modesti – danni gravi – danni molto
gravi). Il risultato finale può essere un rischio basso, medio o
alto. Dal risultato ottenuto derivano misure di prevenzione e
protezione soltanto generali o anche specifiche.
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