È TUTTA UNA QUESTIONE DI METODO (DI STUDIO)
Il 22 settembre 2014, presso il Gruppo Scuole di Torino, ho tenuto un seminario divulgativo centrato sull'ottimizzazione dello studio. I presenti, oltre ad alcuni genitori interessati per i propri figli, erano soprattutto studenti di scuola superiore.
Gruppo Scuole a Torino |
L'idea è nata per caso. Tutto è cominciato prima dell'estate, quando - grazie all'Ufficio Stampa del Gruppo Feltrinelli - ho avuto notizia di un libro, intitolato "Studiare è un gioco da ragazzi!", scritto da Matteo Salvo e pubblicato da Gribaudo (che è, appunto, un marchio del Gruppo Feltrinelli).
La mia prima impressione non è stata esattamente positiva, poiché - in generale - non credo molto all'efficacia delle tecniche di memorizzazione rapida. Ma il sottotitolo prometteva bene: "Il metodo rivoluzionario per fare i compiti in modo efficace e veloce". Allora ho capito che non si trattava di tecniche di memorizzazione rapida, ma di un vero e proprio metodo di studio, utile dalle elementari fino all'Università (e oltre: molti - come il sottoscritto - studiano parecchio per lavoro).
La Direzione del Gruppo Scuole si è resa disponibile ad ospitare il seminario poiché ritiene che non siano pochi gli studenti i cui risultati potrebbero essere sensibilmente migliorati semplicemente applicando un metodo ottimale.
Mentre leggevo il libro, ho già applicato il metodo in due situazioni diverse. La prima mi si è presentata un pomeriggio, quando mio figlio doveva fare una serie di esercizi per imparare a scrivere. Le sue perplessità, alle quali ormai sono abituato, sono state: "Ma dobbiamo farli? Io preferisco giocare! E fino a che pagina del libro dobbiamo arrivare? Sono già stanco....".
Gli ho risposto: "Non guardare le pagine, guarda l'orologio. A partire da ora faremo un ciclo di 40 minuti, poi 15 minuti di pausa e poi un altro ciclo e un'altra pausa". Mi sono stupito dei risultati: 3 cicli in un pomeriggio; un bel po' di lavoro svolto; nessuna lamentela; una maggiore concentrazione e soddisfazione. Nelle pause, dopo 10 minuti, mio figlio mi chiamava dicendo: "Guarda che ho ancora cinque minuti per giocare con i dinosauri e poi riprendiamo".
Ho poi avuto un'altra occasione per applicare una sezione del metodo. Presso l'Agenzia Formativa Consaf ho fatto il docente di organizzazione e controllo di gestione in un corso per direttori socio-sanitari. Una settimana prima dell'esame dovevo fare due ore di riepilogo su quanto svolto durante tutto il corso. Per parecchi giorni mi sono chiesto cosa avrei detto agli studenti, come e - soprattutto - in che modo avrei potuto ridurre la loro ansia, rassicurarli nelle loro conoscenze e fare insomma un buon lavoro.
Poi, leggendo il libro di Matteo Salvo, ho avuto l'ispirazione: la nostra memoria lavora per associazioni! Allora ho scritto alla lavagna un breve elenco di una decina di parole chiave e ho chiesto agli studenti di associare a quelle parole delle immagini e dei concetti. Loro hanno associato alle parole chiave gli elementi essenziali del corso ed io non ho fatto altro che scrivere il tutto alla lavagna. In buona sostanza, hanno fatto le associazioni che avrebbero fatto la settimana successiva all'esame; hanno quindi verificato la propria preparazione ed erano tutti molto più tranquilli e sicuri. Mi sono reso conto di aver fatto la cosa giusta.
Consaf a Torino |
Così ho finito di leggere il libro e il 22 settembre, durante il seminario, mi sono reso conto che gli studenti leggono, evidenziano e ripetono. Oppure riscrivono solo le parti evidenziate e ripetono; in qualche caso fanno schemi costituiti da rettangoli tutti uguali (contenenti parole) legati da linee rette. Si tratta di metodi inefficaci e - soprattutto - inefficienti.
Allora ho spiegato loro che è opportuno cominciare con una lettura scremante, prima di affrontare la lettura critica, che nello studio sono utilissime le mappe mentali (in luogo di quelle concettuali che si trovano sui libri) e che non bisogna ripetere, né studiare per imparare. Bisogna studiare per spiegare.
Ho poi analizzato tutti i passaggi essenziali dell'applicazione del metodo e tutti - genitori e studenti - si sono resi conto degli evidenti vantaggi di studiare meglio e studiare meno, per dedicare il "tempo perso" al divertimento.
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