L'ACQUARIO DELL'ELBA A MARINA DI CAMPO
Marina di Campo (Isola d'Elba), 6
agosto 2014. Siamo giunti all'Acquario dell'Elba.
Squalo nutrice |
E cominciamo subito con un classico: lo
Squalo nutrice, tipico delle acque tropicali e subtropicali, è molto
più tranquillo e di buon carattere di quanto si possa pensare (o di
quanto il cinema ci abbia fatto credere). Tuttavia è consigliabile
non disturbarlo: potrebbe reagire con una certa violenza, usando
denti in grado di frantumare anche le conchiglie dei bivalvi o le
corazze di granchi e aragoste. Nella foto lo si vede pigro e
adagiato sul fondo, poiché è abituato a cacciare pesci e
invertebrati di notte.
Tra i pesci più bizzarri dobbiamo
necessariamente includere lo Scorfano rosso, che ci guarda dal vetro
con un'aria piuttosto imbronciata. Forse è soltanto molto
concentrato, d'altronde – per tendere agguati per mangiare –
bisogna esserlo.
Scorfano rosso |
Conosciamo Fabio, che si occupa della
gestione dell'Acquario da 17 anni: in pratica da sempre, visto che
l'Acquario esiste da circa 20 anni. Ha una preparazione tecnica in
quanto provvede alla manutenzione dei filtri, ma fa anche il cuoco,
poiché prepara il cibo per i pesci, che poi viene distribuito dal
proprietario, Yuri Tiberto. Eppure, quando ha iniziato, Fabio non
sapeva nulla di pesci. Oggi spiega ai biologi marini molti aspetti
pratici di cura dei pesci, dei crostacei e dei molluschi.
Tutto è cominciato grazie al papà di
Yuri, l'ing. Piero Tiberto, che è il progettista e costruttore
dell'Hotel Marina 2 e dell'Acquario dell'Elba. Del primo nucleo
dell'Acquario è rimasta la scala della ex discoteca. Infatti
l'Acquario dell'Elba è stato allestito in quella che una volta era
una discoteca. Quella scala non era sicura, perché – in caso di
incendio – le fiamme si sarebbero propagate verso l'alto. Così i
vigili la fecero chiudere: intorno alla scala venne installato il
primo acquario.
La mano di Fabio |
La prima vasca piacque molto, così ne
vennero predisposte altre. E alla fine l'Acquario prese il posto
della discoteca. E da allora viene curato e gestito sempre come
struttura privata, senza utilizzo di fondi pubblici. Il prezzo del
biglietto è molto accessibile e sono tanti e variegati i visitatori:
non solo bambini, ma anche adulti interessati e persino ricercatori.
Alcuni giungono alle 9 e se ne vanno via alle 16:30.
Murena |
Ad osservarla da vicino, la Murena fa una certa impressione. Sarà che è lunga e sembra un
serpente, sarà forse quello sguardo o quella bocca piena di denti
che continua ad aprire e a chiudere...
Fabio ci racconta che una volta gliene
è scappata una fuori dall'acqua e lui – per salvarla – l'ha
presa con un fazzoletto (la murena è viscida) e lei – per
difendersi – gli ha addentato una mano. La mano di Fabio è
immortalata in una foto esposta all'Acquario: 6 punti più il
drenaggio. E' stato fortunato poiché la murena era piccola. Infatti,
in generale, essa morde e strappa. Quando si attacca al tentacolo di
un polpo, lo ruota finché ne stacca un pezzo. Il polpo preferisce
sacrificare un pezzo di tentacolo, pur di aver salva la vita.
Pesce balestra |
Con la Murena riesce a convivere il
Pesce Balestra perché pare che non abbia predatori.
Tralaltro, il Pesce balestra riesce ad attaccare la temibile
Torpedine. Come fa a resistere ad una scossa di 200 Volt?
Semplice: tocca la torpedine più volte, facendola “scaricare” e
al momento giusto usa la sua dentatura non indifferente per terminare
il suo lavoro.
Molto strano è il Riccio melone, che sembra fermo attaccato al fondale, ma in realtà cammina
- molto lentamente – usando le sue “spine” ed ha la bocca
sotto, posizionata in modo da toccare terra e potersi alimentare.
Torpedine |
Ancora più bizzarro è il Tritone: nella foto quei residui bianchi sono resti di stella di mare
digeriti. Non da meno, in fatto di stranezza, è l'(eso)scheletro di
Aragosta lasciato seccare al sole, che Fabio ci fa toccare,
per apprezzarne la consistenza. Ci dice che – quando è ora della
muta – lo scheletro si apre circa a metà della sua estensione e ne
esce l'aragosta assolutamente molliccia. Anche l'Astice fa la muta
una volta l'anno e – quando è senza corazza – le sue grosse
chele diventano totalmente innocue.
Molto bella e poco conosciuta (rispetto
alla più famosa stella di mare) è la Stella a pentagono.
Curiosa è la Patata di mare, che in realtà è un filtro attaccato
al fondale. Assomiglia ad una sorta di tubo irregolare, aperto in
cima. Se si colpisce il vetro con un dito il tubo si chiude.
Muta di aragosta |
Assolutamente sorprendenti sono le uova
di Squalo gattuccio (video): piccoli contenitori lasciati dalla madre
attaccati ad un rametto tramite un filamento apposito. Nei
contenitori si osserva una sostanza giallognola che rappresenta il
nutrimento del piccolo gattuccio nel periodo da 6 a 9 mesi prima
della “schiusa”. Il gattuccio neonato si vede muoversi
all'interno del bozzolo: sembra un piccolo girino.
Quasi indistinguibile rispetto al fondo
è il Pesce rombo: si vedono solo due protuberanze, che sono
gli occhi, posti entrambi dallo stesso lato (il pesce ha forma
piuttosto piatta), mentre la bocca – non simmetrica – è sotto.
Il Pesce rombo ha un'accelerazione formidabile quando si stacca dal
fondo, agguanta la sua preda e ritorna a mimetizzarsi perfettamente.
Pesce cinghiale |
Nella stessa vasca è presente il Pesce
prete, che ha una tecnica di caccia molto particolare. Resta
mimetizzato sul fondo, salvo estrarre dalla bocca una sorta di
piccolo verme che – muovendosi – funziona da esca. Appena la
preda abbocca, è la sua fine.
Piccolo e scattante, nonché raro
poiché si trova da 100 a 400 metri di profondità, è il Pesce
cinghiale, che è anche il simbolo dell'Acquario.
Cannoni riprodotti nella vasca delle murene |
Assolutamente da non perdere sono i
Paguri che litigano per la casa. Già sono particolari in
quanto si trascinano dietro la loro conchiglia sopra la quale sono
collocati gli anemoni (con i quali i paguri scambiano reciproci
vantaggi); come se non bastasse hanno il problema della crescita, per
cui – ad un certo punto la loro casa risulta troppo stretta. Se
nella vasca si immerge una conchiglia, il paguro la prende, la
ispeziona, ne controlla l'ampiezza, poi – se è conforme alle sue
esigenze – la pulisce e compie un trasloco velocissimo. Abbandona
la vecchia casa, prende possesso della nuova, sulla quale dispone
anche gli anemoni che già si portava dietro. Il tutto va fatto
rapidamente in quanto – durante il trasloco si è vulnerabili e la
casa è una difesa: non a caso, nella foto, il paguro “disturbato”
si è rintanato nella propria conchiglia.
Piranha vegetariano |
Fabio, sulla base delle disposizioni di
Yuri Tiberto, si occupa anche della realizzazione dei fondali. E sono
davvero bellissimi se si considera, ad esempio, che i cannoni nella
foto, dai quali sbucano le murene, non sono veri. Si tratta di
polistirolo con cemento ed impermeabilizzante costruito secondo una
procedura che assicura solidità alla struttura, compatibilità con i
pesci ed ambiente il più possibile simile a quello naturale.
Può un piranha mangiare un bel ceppo
di lattuga? Sì, se è un piranha vegetariano.
La prima vasca dell'Acquario dell'Elba |
Al termine della nostra visita,
conosciamo anche l'ing. Piero Tiberto, che ci racconta qualche nota
storica sulla nascita dell'Acquario e ci consegna un suo piccolo
libro, da poco uscito, intitolato: “Vita e miracoli di Napoleone
all'Isola d'Elba”. Il termine “miracoli” è da intendersi in
senso metaforico: si tratta delle cose quasi impossibili che
Napoleone è riuscito a realizzare in pochissimo tempo. D'altronde,
proprio nel 2014, si celebra il bicentenario (1814-2014) dello sbarco
dell'Imperatore sull'Isola.
Post a Comment