Non si sono ancora placate le polemiche sul terremoto
dell’Emilia-Romagna avvenuto nel maggio 2012. Semmai aumentate, dopo la recente consegna del
cosiddetto Rapporto ICHESE da parte dell’omonima Commissione. Ne parliamo con il
geologo Aldo Piombino che si occupa dell’argomento "terremoti" con estrema
competenza e profondità di giudizio, senza cadere nelle ciarle da mercato o
commenti troppo facili privi di supporti scientifici.
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Il Municipio di Sant'Agostino - Credits: Alessandro Canella |
In quale circostanza
si è costituita la Commissione ICHESE e chi ne fa parte e quali sono i suoi
scopi?
È una commissione tecnico-scientifica incaricata di valutare
le possibili relazioni tra attività di esplorazione per idrocarburi ed aumento dell’attività
sismica nell’area colpita dal terremoto dell’Emilia-Romagna del mese di maggio 2012. Ne fanno parte
6 personaggi di grande esperienza nel campo delle Scienze della Terra, italiani e stranieri. È
stata istituita nel dicembre 2012, ha iniziato i lavori nel maggio 2013 ed ha consegnato di
recente le sue conclusioni.
Vuoi ancora una
volta precisare la differenza tra terremoto indotto e terremoto attivato?
È una questione sostanziale per il nostro discorso e va
messa subito in chiaro. La sismicità indotta è quella che si scatena quando si
muovono faglie ormai oggi assolutamente asismiche come quelle di Ohio e Oklahoma, attive quando si
stavano formando gli Appalachi, oltre 250 milioni di anni, in una situazione geologica cioè
completamente diversa da quella odierna. Causa della sismicità indotta è soprattutto l'immissione in
profondità di liquidi inquinati al fine di un loro smaltimento. È un sistema “ambientalmente
discutibile” (eufemismo...) di smaltimento, una specie di “terra dei fuochi” meno rustica e più sistematica;
nata per altre situazioni, oggi è un sistema molto usato negli Stati Uniti per lo smaltimento del
flow-back del fracking, cioè di quella parte delle acque immesse in pressione nei pozzi per l'estrazione di
metano dai gas-shales che torna indietro (un 20% del totale) per sovrapressione.
Una seconda origine di sismicità indotta è lo stoccaggio di
gas nel sottosuolo: c'è stato un caso del genere anche pochi mesi fa in Spagna. Sisimicità indotta è
accertata anche in caso di sfruttamento della geotermia. In pratica il liquido (o il gas) entra nelle vecchie zone di
faglia aumentandovi la pressione dei liquidi: l'aumento della pressione diminuisce l'attrito, per
cui il piano si può mettere in movimento.
La sismicità indotta è ben distinguibile da quella naturale
perché sale per numero di scosse ed intensità con il tempo. Ne avevo parlato in questo post.
Invece la sismicità attivata è un movimento su una faglia
attiva e sotto sforzo, prossima a muoversi di suo, alla quale le attività antropiche possono fornire
quel piccolo sforzo capace di innescarne il movimento. Il comportamento della sismicità attivata è molto
difficilmente distinguibile da quella puramente naturale.
A questo proposito
faccio una piccola domanda polemica: quanti di quelli che scrivono sui vari
siti web conoscono queste
differenze?
E quali sono state le conclusioni della Commissione? Cito
testualmente: La Commissione ritiene altamente improbabile che le attività di sfruttamento di
idrocarburi a Mirandola e di fluidi geotermici a Casaglia possano aver prodotto una variazione
di sforzo sufficiente a generare un evento sismico “indotto”. L’attuale stato delle conoscenze e
l’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di
escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di
idrocarburi nella concessione di Mirandola possano aver contribuito a “innescare” l’attività sismica
del 2012 in Emilia.
Quindi c'è forse una remota possibilità che ci sia una
relazione fra il terremoto del 20 maggio e la iniezione di acqua in profondità al Cavone, nella
concessione di Mirandola. Però questa relazione è suggerita solo da una coincidenza temporale e allo stato non
esistono possibilità di appurare nulla. Per questo ci vorrebbe una seconda commissione, che –però-
non riesco a capire su quali dati nuovi dovrebbe lavorare per ottenere un modello matematico.
C'è dunque un nesso
di causa tra l'estrazione a Cavone e la sismicità tettonica naturale della zona quindi?
Attenzione! Il nesso eventuale non è con l'estrazione di
petrolio nella concessione di Mirandola, ma con l'iniezione di acqua nel pozzo Cavone 14,
effettuata sempre nel quadro delle operazioni per lo sfruttamento di questa concessione e
all'interno di essa. Si tratterebbe eventualmente di sismicità attivata. Però il rapporto dice
soltanto che “non si può escludere”, non certo che “c'è sicuramente un nesso” e fa notare degli
aspetti che contrastano con questa possibilità:
- l'acquifero di Cavone ha scaricato l'aumento di pressione
nelle zone circostanti, mentre invece la condizione “classica” per la sismicità indotta è quella di
un acquifero isolato che non riesce a scaricare altrove le acque in eccesso
- il segmento che si è mosso per primo non è quello della
zona di Cavone, ma uno a oriente e i movimenti sono iniziati ben lontano dalla zona della
coltivazione. In quest'area è avvenuta la seconda forte scossa, quella del 29 maggio
- in base ai dati di sismicità storica si può ritenere molto
probabile che il campo di sforzi su alcuni segmenti nel sistema di faglie attivato nel 2012 fosse ormai
prossimo alle condizioni necessarie per generare un terremoto di Magnitudo intorno a 6. Annoto che
le faglie che si sono mosse il 20 e il 29 maggio 2012 erano note in letteratura scientifica e gli
eventi sono stati della misura attesa in base alla sismicità storica. Per cui l'unica possibilità (che ai commissari pare remota
anche se non impossibile) è che i fluidi siano in qualche modo penetrati in profondità lungo una
faglia, abbassando la resistenza all'attrito. Ovviamente si tratterebbe di un esempio di “sismicità
attivata”, indistinguibile da quella naturale.
In altre parole l'attività al Cavone non è sicuramente stata
capace di generare gli sforzi necessari a mettere in movimento “da zero” la faglia responsabile del
terremoto di Mirandola. Potrebbe solo essere stata –forse, anzi “molto forse”– la goccia che ha
fatto traboccare un vaso che –comunque– sarebbe traboccato da solo dopo poco tempo (non chiedete
quanto tempo, né ai membri della commissione né tantomeno a me!) e l'unico appiglio che
esiste per proporre un nesso tra attività di iniezione e sequenza sismica è quello temporale.
Quali le incongruenze tra quello che c'è scritto nel rapporto e l'evidenza dei fatti?
Fondamentalmente nessuna. Trovo il rapporto fatto molto
bene: inizia spiegando la differenza fra sismicità indotta, attivata e naturale e non ha paura di
mostrare dei casi conclamati di sismicità indotta (cosa che per esempio è incredibilmente negata nel
sito del Ministero per lo Sviluppo Economico!); poi esamina con attenzione la geologia
dell'Emilia e la sismicità ante maggio 2012 e tutte le attività di estrazione/stoccaggio di idrocarburi
e sfruttamento geotermico dell'area. Non nascondendo niente. Dichiara con onestà che non può
escludere un nesso, sia pure debolissimo perché la scossa del 20 maggio 2012 sarebbe stata
ineluttabile con o senza l'attività di iniezione al Cavone. Da ultimo propone una serie di raccomandazioni sui
monitoraggi da fare sulle attività di quel genere per impedire terremoti artificiali.
Il fatto che non dia una risposta certa è normale: è normale
che in qualunque campo della Scienza ci siano ancora delle incertezze e la sismologia è una di
quelle in cui le certezze sono molto poche.
Non so cosa si potesse pretendere di più. E non vorrei che
il non escludere l'attivazione della faglia da parte dell'attività di Cavone fosse solo un modo
prudenziale per salvarsi da un processo tipo quello, allucinante, dell'Aquila contro la Commissione
Grandi Rischi...
Semmai non mi è molto piaciuta la gestione degli avvenimenti
una volta arrivato a chi di dovere il rapporto. Mi chiedo perché si sono aspettate le
“rivelazioni” di Science, perché era stato tenuto tutto nascosto per poi pubblicarlo frettolosamente... Non sarebbe
stato molto meglio fare una conferenza o un convegno di presentazione piuttostochè lasciare libera
di galoppare la fantasia di giornalisti e sedicenti esperti che ipotizzavano chissà quali segreti
tenuti nascosti? La Comunicazione istituzionale... questa sconosciuta!
Quali sono le
polemiche scaturite in questi giorni sulla stampa e nel web?
Nulla di nuovo, nè più né meno le solite dell'italietta in
cui fa da padrona l'ignoranza in campo scientifico e dove c'è gente che emette sentenze avendo studiato geofisica
al bar o su siti internet inaffidabili. Insomma, gli italiani che manifestano contro tutte cose normalissime
nell'Europa civile (Germania, Benelux, Paesi Scandinavi): tralicci di telefoni e linee elettriche,
inceneritori, discariche, ferrovie ad alta velocità, tramvie, pozzi petroliferi, impianti industriali
(non Taranto, quello in tali paesi sarebbe stato adeguato alle norme da decenni....).
Sinceramente,
come è possibile sbandierare come certezza assoluta l'influenza umana quando sul titolo dell'articolo
di Science c'è scritto “may have triggered”?
Faccio notare di non essere per niente un negazionista della
mano antropica sui cambiamenti climatici e la mia posizione sul consumo di combustibili
fossili è ben riassunta dalla frase, volontariamente esagerata, di un petroliere “Aldo vorrebbe
vederci tutti in bicicletta”: la mia propensione a trovare qualsiasi metodo sostenibile per
sostituire i prodotti petroliferi e diminuire le emissioni di CO2 in atmosfera è totale, l'ho detto anche
quando ho svolto dei seminari sulla geologia degli idrocarburi all'Università e nelle varie
occasioni in cui ho tenuto degli incontri sull'argomento, come ho detto che bandirei il fracking in
tutto il mondo, almeno fino a quando vengono utilizzati i prodotti usati oggi.
Però nel momento che il fracking viene assolto dall'essere
responsabile della sismicità bisogna riconoscerlo (come ho detto è dovuta alla iniezione di
liquidi in profondità come forma di smaltimento). Ne vale dell'autorevolezza del movimento
ambientalista.
Sulla questione fracking-Emilia... ho spiegato che il
fracking in Italia non si può fare per una quisquilia... semplicemente perché mancano le rocce
adatte a farlo! Sostenere che in Emilia si fa fracking è ignoranza bella e buona: se io fossi il
responsabile di una ricerca di idrocarburi in Emilia e proponessi alla mia azienda di utilizzare il fracking
quelli mi licenzierebbero per incompetenza e/o mi manderebbero alla neurodeliri, altro che storie..
A questo proposito ho spiegato diverse volte la stratigrafia
sotto la Pianura Padana e ho chiesto in varie occasioni a chi sostiene che in Emilia si fa fracking
di indicarmi in quali rocce viene fatto e perché. Ovviamente nessuno mi ha risposto.
Come c'è chi continua a dire che le operazioni per
l'impianto di stoccaggio di Rivara erano già partite.. e su che basi? Qualcuno ha scritto persino che
“abbiamo sentito le esplosioni per fare le caverne per mettere il gas”, dimostrando di non avere la
minima idea di come si stocca il gas, né di cosa sia la porosità del terreno...Quel che mi fa impazzire è che continuano persino in questi
giorni le interrogazioni parlamentari che parlano ancora di fracking....
E, soprattutto oggi, quasi tutti parlano per sentito dire.
Mi domando quanti di quelli che si sono espressi in materia abbiano letto l'articolo di Science
(pochi, perché fuori dalle università è a pagamento...) e quanti hanno letto il rapporto ICHESE. Ma
anche quanti di quelli che l'hanno davvero letto hanno capito (o “voluto capire”) quello che
c'era scritto.
In buona sostanza, ci sono diversi e ottimi motivi per
essere un “no-triv” (come lo sarei anche io) e per bloccare l'attività petrolifera in Emilia, ma appellarsi
al rapporto ICHESE è demenziale....
Cerchiamo di essere rigorosamente scientifici... ne va della
credibilità dell'ambientalismo... che viene sbeffeggiato di continuo proprio a causa di certi
maitre a pender.
Vuoi rilasciare
altre considerazioni?
Purtroppo i terremoti del 2012 sono stati una fonte incredibile di leggende metropolitane... e
non è colpa solo della iutiub iunivèrsiti e della feisbuc iunivèrsiti, che stanno soppiantando il bar-sport...
(paradossalmente la diffusione di queste leggende è stata avvantaggiata proprio dalla grande
diffusione di internet nella zona). Ma è anche colpa anche della stampa che dà voce al farmacista sismologo
per passione e a notizie tanto clamorose quanto false, quando lì intorno ci sono 4
università (Bologna, Modena - Reggio, Ferrara e Padova) dove studiano ed insegnano fior di geologi.
In più la commissione ICHESE ha (giustamente!) raccomandato
per il futuro una attenta sorveglianza sulla sismicità nelle aree di attività
geotermica e di estrazione/stoccaggio di idrocarburi, e la Regione che fa? Ha vietato o vuole vietare
tout court le attività di estrazione. Non vorrei che passasse una equazione del tipo “fine delle
attività petrolifere = fine del rischio sismico”, perchè non è così. L'Emilia e la Romagna sono zone sismiche
in cui ci possono essere eventi distruttivi e non so quanto sia stato fatto per prevenire
danni e vittime, facilmente evitabili in quanto le accelerazioni previste non sono tali da distruggere
niente, se costruito ad arte.
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