DANIMARCA: ABBATTUTA LA GIRAFFA MARIUS NELLO ZOO DI COPENAGHEN
Un colpo di pistola alla testa e il cucciolo tagliato a pezzi e dato in pasto ai leoni davanti ai visitatori, tra cui molti bambini, che scattavano foto. Ma che è saltato in mente ai dirigenti dello zoo di Copenaghen?
La raccolta di migliaia di firme, la petizione su internet e le richieste di adozione non li hanno fermati. La giraffa Marius, di appena 18 mesi e di sana costituzione, è stata abbattuta nello zoo danese di Copenaghen perché considerata di troppo.
Così aveva commentato Bengt Holst, direttore scientifico dello zoo di Copenaghen: «sarebbe assolutamente sciocco buttare via qualche centinaio di chili di carne» per non darlo ai leoni.
Marius |
Così aveva commentato Bengt Holst, direttore scientifico dello zoo di Copenaghen: «sarebbe assolutamente sciocco buttare via qualche centinaio di chili di carne» per non darlo ai leoni.
Lo zoo ha difeso la decisione di uccidere Marius, spiegando che inviare la giraffa ad un altro zoo avrebbe creato problemi di consanguineità: i geni di Marius erano già ben rappresentati tra giraffe in cattività.
Ma le immagini della sua “esecuzione” sembrano destinate ad alimentare le polemiche.
Fonte: Euronews
LO ZOO DI COPENAGHEN "NON SA COMUNICARE"
Poche ore fa su Facebook un messaggio postato dallo zoo di Copenaghen ha replicato:
We know that many are angry about the euthanization of a giraffe in Copenhagen Zoo today. But we would like to stress, that we do not consider it cruelty to animals to first euthanize a giraffe and then feed it to the lions. Lions are predators and thus they eat meat. In this case the lions were fed a giraffe, which lions also eat in nature. If we hadn’t fed them with the giraffe, they would have had to be fed with the meat of some other animal, which would have been put down instead. This is how it is. Meat comes from animals. In this case we know that the meat comes from an animal, who has led a good life.traduzione
Sappiamo che molti sono adirati dalla scelta di avere dovuto procedere con l'eutanasia di una giraffa dello Zoo di Copenaghen. Ma vorremmo sottolineare che noi non consideriamo crudele procedere con l'eutanasia e poi dare l'animale in pasto ai leoni. I leoni sono predatori e quindi mangiano carne. In questo caso, i leoni sono stati alimentati con una giraffa, che i leoni mangiano anche in natura. Se noi non li avessimo alimentati con la giraffa, avrebbero dovuto essere alimentati con la carne di qualche altro animale. Così vanno le cose. La carne proviene da animali. In questo caso sappiamo che la carne proviene da un animale, che ha condotto una buona vita.
Spiegazioni che possono anche essere condivisibili (per sfamare i leoni qualche animale deve essere abbattuto). Inoltre la riduzione tramite abbattimento dei capi di bestiame in soprannumero viene condotta con regolarità anche da noi, per esempio sugli ungulati (cervi). Ma le modalità con cui è stata condotta l'intera questione pongono seri dubbi sulle capacità di gestire la comunicazione istituzionale pubblica da parte dello zoo.
La reputazione ne sarà di sicuro compromessa per molto tempo, dato che gli effetti negativi si stanno palesando grazie alle foto che stanno letteralmente facendo il giro diffusi sui social network.
COME ROVINARSI LA REPUTAZIONE IN POCHE SEMPLICI MOSSE
Se pensiamo che strutture come quelle dello zoo di Copenaghen investono decine di migliaia di euro ogni anno in comunicazione e promozione delle proprie attività e della propria immagine, una soluzione diversa da quella adottata avrebbe evitato danni difficili da quantificare.
Per risparmiare economicamente su «qualche centinaio di chili di carne», come li ha definiti, ora il direttore scientifico Bengt Holst dovrà vedersela con l'opinione pubblica e con i media, a dir poco furibondi, e con un danno di immagine ancora incalcolabile da gestire per l'azienda che rappresenta.
Esempio chiarissimo di come, certe volte, chi lavora in ambito scientifico, non sappia per nulla gestire le emergenze della comunicazione e l'atteggiamento nei confronti dell'opinione pubblica.
La reputazione ne sarà di sicuro compromessa per molto tempo, dato che gli effetti negativi si stanno palesando grazie alle foto che stanno letteralmente facendo il giro diffusi sui social network.
COME ROVINARSI LA REPUTAZIONE IN POCHE SEMPLICI MOSSE
Se pensiamo che strutture come quelle dello zoo di Copenaghen investono decine di migliaia di euro ogni anno in comunicazione e promozione delle proprie attività e della propria immagine, una soluzione diversa da quella adottata avrebbe evitato danni difficili da quantificare.
Per risparmiare economicamente su «qualche centinaio di chili di carne», come li ha definiti, ora il direttore scientifico Bengt Holst dovrà vedersela con l'opinione pubblica e con i media, a dir poco furibondi, e con un danno di immagine ancora incalcolabile da gestire per l'azienda che rappresenta.
Esempio chiarissimo di come, certe volte, chi lavora in ambito scientifico, non sappia per nulla gestire le emergenze della comunicazione e l'atteggiamento nei confronti dell'opinione pubblica.
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