FASTER THAN THE SPEED OF LIGHT: THE ECONOMIST RILANCIA
Come ho già avuto l'opportunità di affermare in un precedente articolo, se le misurazioni di OPERA venissero confermate, si avrebbe la certezza che oltre alla materia, che per semplicità chiamiamo ordinaria e che abita le quattro dimensioni spazio-temporali descritte dalla relatività di Einstein, ne esista altra (tachionica) che ha la possibilità di abitare o trasferirsi oltre la barriera della velocità della luce attraverso una o più dimensioni ancora sconosciute. Questa possibilità non è nuova al mondo della fisica che fin dalla metà degli anni cinquanta ha tentato teoricamente e sperimentalmente di trovare indizi sull'esistenza di particelle superluminali, quindi con velocità superiori a quella della luce ben conoscendo i limiti imposti dalla teoria della relatività.
I tachioni avrebbero come caratteristica fondamentale quella di avere una massa "immaginaria" nel senso matematico del termine, quindi non visibile nel mondo reale (proprio come quella del neutrino) ma la cui energia è reale e misurabile proprio perché il fattore gamma di Lorenz è anch'esso immaginario (l'immaginario si semplificherebbe matematicamente dando origine ad una energia reale) quando la loro velocità è superiore a quella della luce.
I tachioni seguirebbero perciò regole speculari rispetto a quelle previste per la massa reale in relatività, cioè un tachione non può mai viaggiare a velocità inferiore a quella della luce nel vuoto e contrariamente a ciò che accade a particelle di massa reale, la sua velocità cresce sempre al diminuire dell'energia.
Comunque non è vero, come l'articolo di "The Economist" afferma, che dopo questa scoperta tutto dovrà essere cambiato, infatti se le misurazioni saranno confermate da nuovi esperimenti si aprirebbero nuovi interrogativi e nuovi spazi per la congettura, senza però alterare più di tanto lo stato delle conoscenze fisiche ormai sperimentalmente consolidate.
Una delle spiegazioni più gettonate del perché i neutrini viaggiano a velocità superiore a quella della luce è offerta dalla teoria delle stringhe menzionata anche dall'articolo di "The Economist".
Purtroppo però e contrariamente a quanto comunemente si afferma, anche la teoria delle stringhe a causa di questo inatteso risultato dovrebbe essere fortemente ripensata. Infatti, contrariamente a quanto comunemente affermato, le teorie delle stringhe crollerebbero tutte tranne una, quella associata alla stringa bosonica a 26 dimensioni, l'unica che ammetterebbe l'esistenza dei tachioni, ma in questo caso il nostro universo sarebbe abitato solo da bosoni e non da fermioni, quindi ci sarebbero solo forze e non materia, cosa che chiunque comprende essere impossibile.
Quindi piantiamola di dire che la relatività non è più valida, diciamo pittosto che d'ora in avanti ci aspetta un periodo di profonda riflessione dal quale anche la relatività di Einstein, sicuramente dopo una buona ristrutturata, potrebbe uscirne lustra e rinvigorita in un universo magari con qualche dimensione in più di quelle che fin'ora abbiamo conosciuto.
Qui di seguito l'articolo in edicola domani sul "The Economist"
Some physicists are wondering whether their subject has just had another Michelson Morley moment. On September 23rd researchers at CERN, Europe’s main physics laboratory, theory postulates are hidden among the familiar four of announced that subatomic particles called neutrinos had apparently sped from the lab’s headquarters near Geneva, through the Earth’s crust, to an underground detector 730km (450 miles) away around 60 billionths of a second faster than light would take to cover the same distance (see page 85). The difference in speed is tiny, but the implications are huge.
As every schoolboy (and journalist with access to Wikipedia) knows, this flies in the face of special relativity, a theory devised by Albert Einstein precisely to explain the observation of Michelson and Morley. Special relativity, which physicists thought they had tested almost to destruction, and found not wanting, states that as objects speed up, time slows down. Time stops altogether on reaching the 299,792,458 metres per second at which light zaps through a vacuum. Go any faster and you would be moving backwards in time.
If CERN’s neutrinos really are travelling faster than light, it is therefore a big deal. Modern physicists, aware of the hubris of their 19th century predecessors, have never thought their subject closed. But nor have they found a chink in the armour of relativity that they could use to prise the whole thing open. This would be such a chink. Their caution in the face of the result the public statements that it is probably explained by ex perimental error, even though the researchers involved have been over their equipment with a fine-tooth comb-is under standable. No one wants to get egg on his face by having missed something obvious.
A theory of everything
If the result is true, though, it does change everything. In particular, the likely explanation is that the neutrinos are taking a short cut through one of the extra dimensions which string length, breadth, height and time. Measured along this five dimensional route, Einstein might still be right. (It would not so much be that he made a mistake as that he did not know the whole story.) Indeed, moving beyond four dimensions in this way would also allow physicists to try to integrate Einstein’s work with quantum theory, the other great breakthrough of 20th century physics, but one which simply refuses to overlap with relativity. A unified theory of everything, including perhaps as many as 11 dimensions, would then beckon.
That is a lot to hang on a single, uncon rmed observation. But then, in 1887, no one could have foreseen the consequences of the Michelson Morley experiment. If a glitch is found in CERN’s result, the whole thing will rapidly be swept under the carpet and forgotten. If there is no glitch, an astonishing future of understanding beckons.
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