BATTERI ALIENI NEI METEORITI? LA SCOPERTA DI UN RICERCATORE NASA
Le agenzie di stampa si stanno prodigando a diffondere la notizia secondo cui Richard B. Hoover, un astrobiologo che lavora per il Marshall Space Flight Center della Nasa avrebbe scoperto (il condizionale è d'obbligo) forme di batteri fossili di provenienza aliena rinvenute in alcune meteoriti trovate sulla Terra.
Una ricerca che se fosse provata, guadagnerebbe la prima pagina di riviste autorevoli quali Science o Nature, ma che Hoover ha preferito pubblicare due giorni fa sulla meno blasonata Journal of Cosmology, una giovane testata online fondata nel 2009.
Ma veniamo ai dettagli della scoperta.
Fossili di batteri sarebbero stati trovati in tre meteoriti formati da condriti carbonacee chiamate Alais, Ivuna e Orgueil.
I batteri, secondo il ricercatore, sono simili alle cosiddette "alghe azzurre" primitive chiamate cianobatteri e sono stati individuati immediatamente al di sotto della superficie delle meteoriti utilizzando tecniche di microscopia molto avanzate.
Secondo Hoover la presenza dei batteri fossili non è il risultato di una contaminazione avvenuta sulla Terra: il ricercatore è convinto che i microrganismi siano di origine extraterrestre. Ritiene inoltre che nemmeno i batteri alieni abbiano potuto in alcun modo contaminare la Terra.
Si tratta, ha ipotizzato, di resti fossili di organismi viventi che una volta vivevano nei corpi celesti dai quali hanno avuto origine le meteoriti. L'unica possibile conclusione, secondo il ricercatore, è che la vita è ovunque nel cosmo e che la vita sulla Terra potrebbe avere avuto origine altrove.
Una ipotesi non nuova, dato che la teoria della panspermia è spesso sostenuta da chi ipotizza che la vita sulla Terra sia stata portata da altri corpi celesti come i meteoriti.
Ipotesi neppure da scartare: è noto infatti che ogni anno cadono sulla Terra diverse tonnellate di rocce meteoriche.
Una teoria che il Dr Hoover sembra aver fatto propria da tempo, tanto da pubblicare nel 2010 con altri autori "The Biological Big Bang. Panspermia and the Origins of Life"
Insomma, cosa ci dobbiamo attendere da questa scoperta? Per ora nulla. I dati portati alla luce dalle analisi dello scienziato andranno valutati attentamente da altri ricercatori.
Non è cosa nuova, infatti che scoperte simili abbiamo spesso trovato spazio nelle cronache giornalistiche, suscitando inutili clamori e numerose polemiche. Come è il caso del meteorite di origine marziana trovato in Antartide noto come ALH84001, e scoperto da Allan Hills.
Nel 1996 David McKay della Nasa sosteneva di aver trovato al suo interno tracce di vita aliena. Tuttavia sembra più razionale la tesi che spiegherebbe la presenza di microfossili nella meteorite dovuti a contaminazioni di biofilm terrestri.
Estrema cautela è dunque l'atteggiamento da tenere nei confronti di affermazioni come quelle di Richard Hoover, che per promuovere la sua scoperta ha scelto il metodo poco ortodosso dei media generalisti (Fox News) invece di attendere la conferma di controanalisi di propri colleghi.
Come affermò una volta il grande astronomo Carl Sagan: "Extraordinary claims require extraordinary evidence" (Affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie).
Ma veniamo ai dettagli della scoperta.
Fossili di batteri sarebbero stati trovati in tre meteoriti formati da condriti carbonacee chiamate Alais, Ivuna e Orgueil.
I batteri, secondo il ricercatore, sono simili alle cosiddette "alghe azzurre" primitive chiamate cianobatteri e sono stati individuati immediatamente al di sotto della superficie delle meteoriti utilizzando tecniche di microscopia molto avanzate.
Secondo Hoover la presenza dei batteri fossili non è il risultato di una contaminazione avvenuta sulla Terra: il ricercatore è convinto che i microrganismi siano di origine extraterrestre. Ritiene inoltre che nemmeno i batteri alieni abbiano potuto in alcun modo contaminare la Terra.
Si tratta, ha ipotizzato, di resti fossili di organismi viventi che una volta vivevano nei corpi celesti dai quali hanno avuto origine le meteoriti. L'unica possibile conclusione, secondo il ricercatore, è che la vita è ovunque nel cosmo e che la vita sulla Terra potrebbe avere avuto origine altrove.
Una ipotesi non nuova, dato che la teoria della panspermia è spesso sostenuta da chi ipotizza che la vita sulla Terra sia stata portata da altri corpi celesti come i meteoriti.
Ipotesi neppure da scartare: è noto infatti che ogni anno cadono sulla Terra diverse tonnellate di rocce meteoriche.
Una teoria che il Dr Hoover sembra aver fatto propria da tempo, tanto da pubblicare nel 2010 con altri autori "The Biological Big Bang. Panspermia and the Origins of Life"
Insomma, cosa ci dobbiamo attendere da questa scoperta? Per ora nulla. I dati portati alla luce dalle analisi dello scienziato andranno valutati attentamente da altri ricercatori.
Non è cosa nuova, infatti che scoperte simili abbiamo spesso trovato spazio nelle cronache giornalistiche, suscitando inutili clamori e numerose polemiche. Come è il caso del meteorite di origine marziana trovato in Antartide noto come ALH84001, e scoperto da Allan Hills.
Nel 1996 David McKay della Nasa sosteneva di aver trovato al suo interno tracce di vita aliena. Tuttavia sembra più razionale la tesi che spiegherebbe la presenza di microfossili nella meteorite dovuti a contaminazioni di biofilm terrestri.
Estrema cautela è dunque l'atteggiamento da tenere nei confronti di affermazioni come quelle di Richard Hoover, che per promuovere la sua scoperta ha scelto il metodo poco ortodosso dei media generalisti (Fox News) invece di attendere la conferma di controanalisi di propri colleghi.
Come affermò una volta il grande astronomo Carl Sagan: "Extraordinary claims require extraordinary evidence" (Affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie).
Fonte: Hoover, Richard B. (2011).
"Fossils of Cyanobacteria in CI1 Carbonaceous Meteorites: Implications to Life on Comets, Europa, and Enceladus".
Journal of Cosmology 13. Retrieved 2011-03-05.
"Fossils of Cyanobacteria in CI1 Carbonaceous Meteorites: Implications to Life on Comets, Europa, and Enceladus".
Journal of Cosmology 13. Retrieved 2011-03-05.
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