LE IDEE DI UN MATEMATICO ALL’ORIGINE DEI MODERNI SISTEMI CONTABILI
Se andate a Sansepolcro, e vi recate al Comune, sulla facciata, esattamente sul lato sinistro del portone di ingresso, leggerete quanto segue:
“A LUCA PACIOLI / che ebbero amico e consultore / Leonardo da Vinci / e Leon Battista Alberti / che primo dié all’algebra / linguaggio e struttura di scienza / avviò il gran trovato / di applicarla alla geometria / inventò la scrittura doppia commerciale / dettò opere di matematica / base e norma invariate / alle postere lucubrazioni.
IL POPOLO DI SANSEPOLCRO ad iniziativa / della sua società operaia / vergognando 370 anni di oblio / al gran concittadino / poneva / 1878”.
Ebbene, i cittadini di Sansepolcro onorarono, con questa targa, Fra’ Luca Pacioli, perché, oltre ad essere nato proprio a Sansepolcro, pose la prima pietra di quell’edificio che oggi si chiama contabilità. Ma come nacque la contabilità?
La storia della contabilità, l’evoluzione della sua tecnica e dei suoi obiettivi sono legati allo sviluppo del commercio ed alla necessità di rappresentare i progressivi mutamenti della realtà economica.
Da quando l’uomo ha iniziato a scambiarsi dei beni, ha cercato di conservare traccia delle operazioni svolte e dei risultati ottenuti. L’introduzione della moneta è stato un passo importante per lo sviluppo della contabilità; senza dubbio, un’economia basata sul solo baratto non avrebbe permesso l’evolversi della contabilità.
All’inizio si trattava di una contabilità semplice, che registrava le entrate e le uscite di denaro e permetteva di determinare, per differenza, il risultato della gestione, rappresentato dal denaro contante.
Successivamente, con l’aumento degli scambi e del numero di intermediari, nasceva per i commercianti la necessità di tenere conti differenziati (ad es. per conoscere i crediti verso i singoli clienti e i debiti verso i singoli fornitori), e di gestire i beni posseduti analizzando i guadagni o le perdite realizzate. Questo insieme di bisogni ha portato all’evoluzione della contabilità e all’elaborazione del metodo detto della partita doppia.
Gli storici ritengono che la contabilità tenuta con il metodo della partita doppia sia apparsa verso il 1340 a Genova. Lo sviluppo della stampa ha permesso di generalizzare questo metodo attraverso i trattati di Fra Luca Pacioli, la cui prima opera, pubblicata nel 1494 con il titolo di “Summa de Arithmetica, Geometria, Proportioni et Proportionalità”, ne ha enunciato i principi fondamentali nel capitolo sulle operazioni commerciali e le scritture.
Dopo questa data la contabilità in partita doppia non ha subito modifiche fondamentali. Solo con l’espansione dell’attività creditizia e l’utilizzo di capitali esterni da parte delle imprese, è sorta la necessità di individuare correttamente il capitale e il reddito, in base a principi di determinazione del reddito che permettessero di mantenere integro il capitale prima di procedere alla sua remunerazione.
È stato necessario che la fase puramente meccanica di tenuta dei conti, consistente nella gestione dei fatti correnti, fosse seguita dalla fase di chiusura dei conti, consistente nell’intervento del responsabile della gestione di impresa per introdurre nei conti, al fine di determinare correttamente il reddito, i necessari elementi di previsione, apprezzamento e valutazione riferiti all’evoluzione del valore dei beni, alla necessità di rinnovarli periodicamente, per assicurare la continuità dell’impresa, ed infine di far fronte ai rischi.
Il metodo della partita doppia è il metodo più diffuso al fine di effettuare rilevazioni contabili. Se vi interessa apprendere facilmente i fondamenti della contabilità, cliccate
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