GENERAZIONE MILLE EURO, NON PER MATEMATICI
Arriva nelle nostre sale una commedia italiana che vede come protagonista un matematico, dedicata al mondo del precariato e ai differenti modi per affrontarlo: Generazione 1000 euro.
Di matematici nei film ne abbiamo visti parecchi quest'ultimo anno! Ma mentre all'estero risolvono enigmatici delitti, oppure diventano ricchi applicando i numeri ai giochi di azzardo, in Italia, con una laurea in tasca, al massimo il matematico Matteo (Alessandro Tiberi) riesce a trovare un lavoro precario che non ama (marketing in una multinazionale), vive con un coinquilino che è anche suo migliore amico e perde la fidanzata.
La sua realtà, secondo il regista Massimo Venier, vorrebbe essere lo specchio in cui si riflettono le ansie e i problemi di un'intera generazione, costretta a vivere con stipendi ridicoli e a fronteggiare le incombenze della vita quotidiana. La sua esperienza, comune a migliaia di giovani del nostro paese, è quella di chi cerca ancora di cogliere il meglio di una vita che troppo spesso impone sacrifici e non ripaga come dovrebbe.
Operazione non riuscita in pieno, purtroppo, nonostante la bravura degli attori e la sceneggiatura (tra l'altro non fedele al libro), tutto sommato godibile e divertente! Qui la scheda del film con l'intervista a Massimo Vernier, Federica Pontremoli, e alle due belle e brave attrici, Valentina Lodovini e Carolina Crescentini, ai bravi Alessandro Tiberi e Francesco Mandelli.
Il protagonista, infatti, dimostra in poco più di un'ora il motivo della sua mediocrità: sottolineando il disprezzo per il lavoro che svolge (il che non lo aiuta certo nella carriera), rifiutando due ottime occasioni di lavoro che avrebbero potuto cambiargli decisamente la vita (uno dei quali di alta dirigenza con benefit a Barcellona), tradendo contemporaneamente due giovani e belle ragazze, molto più brave e intelligenti di lui, e che hanno la solo colpa di amarlo (3 se consideriamo anche la ragazza-medico che lo molla a inizio film), e finendo per mentire perfino al suo migliore amico.
Sensazione, la mia, condivisa anche dal critico Marco Massaccesi
"Generazione 1000 Euro mostra un protagonista che ha comunque un lavoro, è diviso fra due donne (quale originalità!), riesce a passare una giornata indimenticabile a Lisbona tutto pagato e spesato, e, addirittura, vedersi arrivare una promozione. Senza svelare il capitolo finale, scopriamo nell’ultima inquadratura che è persino contento di essere tornato precario".
"Un film del genere poteva tranquillamente intitolarsi La mia ex faceva l’Infermiera o La mia Sexy Direttrice del Marketing, non avrebbe fatto nessuna differenza. Con Generazione 1000 Euro il precario è diventato un leading role, come il tassista in Taxi Driver o il poliziotto in Dirty Harry".
"Eliminando totalmente la critica verso la società e raccontando una storia di una banalità sconcertante Massimo Venier genera un film raggelante nel panorama italiano. Raggelante come la nostra politica: incapace di notare i nostri mali, ma, allo stesso tempo, ipocritamente parlarne".
Non ci si può certo identificare in un giovane come lui, e pur tuttavia alcune verità il film le coglie: un accenno al sistema dei concorsi truccati per posti da ricercatore in Italia, e alle difficoltà di inserimento, per un giovane che intenda fare ricerca, sempre in Italia.
Tuttavia non credo che le difficoltà incontrate oggi siano diverse o peggiori di quelle che incontrarono in altre epoche altri giovani promettenti.
Il fatto poi che un giovane entri nel mondo del lavoro solo verso i 30 anni è solo la causa sufficiente (ma non necessaria) per cui tutto è "spostato" in avanti, compresa l'indipendenza economica.
Ma il fatto che molti non riescano a trovare il lavoro per cui hanno faticosamente studiato è un luogo comune. Non c'è nulla di più falso affermare, ad esempio, che i giovani matematici siano destinati a una carriera professionale poco promettente o appagante.
I laureati in matematica, e più in generale in discipline scientifiche, non solo trovano lavoro, ma ne trovano più degli altri! E interessanti e gratificanti, dai più tradizionali ai più bizzarri e dinamici. Come dimostra ad esempio il sito www.matematiciallavoro.it, attivato in contemporanea con l'uscita del libro cura di Enza Del Prete, Alessandro Russo e Gabriele Anzellotti, Matematici al Lavoro, cinquanta e più storie di laureati in matematica, Sironi Editore.
Nel volume, oltre alle interviste a cinquanta matematici che raccontano la loro esperienza dopo la laurea, sono riportati anche i dati di alcune statistiche realizzate su campioni di soli laureati in Matematica e relative alla loro posizione nel mondo del lavoro.
Il tasso occupazionale dei laureati in Matematica subito dopo la laurea (48,8%) supera quello dei laureati in Chimica (46%) e in Fisica (32%) . E a cinque anni dalla conclusione degli studi il tasso di occupazione per i matematici raggiunge l'80%.
Se poi consideriamo tutti i laureati italiani a tre anni dalla laurea, troviamo (fonte Istat 2008) che il gruppo scientifico ha, con una media che oscilla tra 1.217 € e 2.027 €, il più alto tasso di guadagno mensile, superiore addirittura ad altre discipline generalmente più blasonate dai media come Architettura, indirizzo Economico-statistico, Linguistico, Giuridico, Letterario e Psicologico.
Insomma, lo stereotipo che vuole il matematico un po' assente dalla realtà, mal inserito e mal pagato è tutt'altro che reale: lo dicono proprio i numeri!
Tuttavia non credo che le difficoltà incontrate oggi siano diverse o peggiori di quelle che incontrarono in altre epoche altri giovani promettenti.
Il fatto poi che un giovane entri nel mondo del lavoro solo verso i 30 anni è solo la causa sufficiente (ma non necessaria) per cui tutto è "spostato" in avanti, compresa l'indipendenza economica.
Ma il fatto che molti non riescano a trovare il lavoro per cui hanno faticosamente studiato è un luogo comune. Non c'è nulla di più falso affermare, ad esempio, che i giovani matematici siano destinati a una carriera professionale poco promettente o appagante.
I laureati in matematica, e più in generale in discipline scientifiche, non solo trovano lavoro, ma ne trovano più degli altri! E interessanti e gratificanti, dai più tradizionali ai più bizzarri e dinamici. Come dimostra ad esempio il sito www.matematiciallavoro.it, attivato in contemporanea con l'uscita del libro cura di Enza Del Prete, Alessandro Russo e Gabriele Anzellotti, Matematici al Lavoro, cinquanta e più storie di laureati in matematica, Sironi Editore.
Nel volume, oltre alle interviste a cinquanta matematici che raccontano la loro esperienza dopo la laurea, sono riportati anche i dati di alcune statistiche realizzate su campioni di soli laureati in Matematica e relative alla loro posizione nel mondo del lavoro.
Il tasso occupazionale dei laureati in Matematica subito dopo la laurea (48,8%) supera quello dei laureati in Chimica (46%) e in Fisica (32%) . E a cinque anni dalla conclusione degli studi il tasso di occupazione per i matematici raggiunge l'80%.
Se poi consideriamo tutti i laureati italiani a tre anni dalla laurea, troviamo (fonte Istat 2008) che il gruppo scientifico ha, con una media che oscilla tra 1.217 € e 2.027 €, il più alto tasso di guadagno mensile, superiore addirittura ad altre discipline generalmente più blasonate dai media come Architettura, indirizzo Economico-statistico, Linguistico, Giuridico, Letterario e Psicologico.
Insomma, lo stereotipo che vuole il matematico un po' assente dalla realtà, mal inserito e mal pagato è tutt'altro che reale: lo dicono proprio i numeri!
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