OXFORD MURDERS - TEOREMA DI UN DELITTO
La signora è anche lei una matematica, che con Alan Turing lavorava durante l'ultimo conflitto mondiale alla decifrazione del codice enigma
Entrambi sono coinvolti nelle indagini di una serie di misteriosi delitti accompagnati da messaggi in codice, redatti con una sequenza logica, che i due cercheranno di decifrare.
Ogni delitto ha una sua logica. Questo, almeno, quello che vorrebbe farci credere il regista basco Alex de la Iglesia, classe 1965, una laurea in filosofia e già distintosi in precedenza per aver lavorato in vari generi dalla fantascienza, al western, al noir con film di dubbia qualità come Azione mutante, Crimen perfecto - Finchè morti non li separi, El dia de la Bestia, La Comunidad - Intrigo all’ultimo piano).
Il film è un mystery vecchio stile, che gioca su alcuni elementi strutturali: una specie di ricerca matematica della verità degli eventi che stanno dietro la logica di quelle morti: si riuscirà a porre fine alla macabra sequenza solo con l'abilità intellettuale di due logici matematici?
Come Sherlock Holmes e il fido Watson, qui Martin e Seldom impersonano un giovane ingenuo e un vecchio cinico: la domanda cui si vuole trovare una risposta è "La realtà ha un’essenza matematica?".
Chi avrà ragione dei due? Il giovane fiducioso nel disegno che decide ogni nostro agire, o il professore, per il quale la verità assoluta è indecidibile?
Grandi citazioni, a partire da Ludwig Wittgenstein ("Tutto ciò che si può dire lo si può dire chiaramente. Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere"), Alan Turing (morì ingerendo una mela avvelenata con cianuro di potassio), l'indecidibilità del teorema di Gödel e la dimostrazione "in diretta" dell'ultimo Teorema di Fermat con un Andrew Wiles che suggella il suo lavoro durato 7 anni di studi con un Q.E.D. (quod erat demonstrandum).
E per tutto il film l'imponderabilità dell'effetto farfalla che "non permette mai la previsione degli uragani".
Non è causale l’uso di Bach come colonna sonora: il regista ammette di avere letto prima di girare il film "Un’eterna ghirlanda brillante" di Douglas Hofstadter in cui vengono accostati il teorema di incompletezza di Godel, le opere di Escher e appunto quelle di Bach.
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Il film è tratto dal romanzo La serie di Oxford del matematico argentino Guillermo Martinez. (Qui il suo sito personale: guillermo-martinez.net e il suo Blog)
Il sito ufficiale, in lingua francese, è ricco di giochi di successioni logiche da risolvere.
Voi avete visto il film? Come lo avete trovato? Se siete andati a vederlo avete voglia di scrivere qui il vostro parere ?
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